Arcieri Storici de Persen     Compagnia dell'Aspido sordo



hi siamo


L'Associazione Dilettantistica Culturale Sportiva (ASCD) Arcieri Storici de Persen, nasce nel 2010 con lo scopo di creare un gruppo che potesse rappresentare la città di Pergine Valsugana sia nelle locali feste medievali che in alti eventi.

Con il passare del tempo, l'attività dell'associazione si è sviluppata seguendo due percorsi distinti.





Quello sportivo
Con lo studio, la pratica e la diffusione del tiro con l'arco con particolare attenzione sulla modalità di tiro in uso nel basso medioevo.
Questo studio è sia teorico che pratico, inoltre seguiamo e prepariamo seminari sul tiro.
Organizziamo gare di tiro e partecipiamo a quelle organizzate da altre compagnie, sia in costume storico o no.




Quello culturale
Con lo studio del periodo storico a cui facciamo riferimento e cioè la prima metà del XIV° secolo.
Studio del vestiario, delle armi, dei mestieri e della vita quotidiana.



La Compagnia dell'Aspido sordo può allestire un accampamento medioevale con tavoli espositivi di materiale civile e militare, per offrire a bambini ed adulti, la possibilità di provare il tiro con l'arco e di vivere uno spaccato della quotidianità di allora.






Siamo affiliati alla UISP Unione Italiana Sport per Tutti, nella disciplina "Tiro con l'arco" e per suo tramite al Coni.
Inoltre siamo membri fondatori del Corist, il Coordinamento Rievocatori Storici Trentini e affiliati alla Feccrit.










Perché Compagnia dell'Aspido sordo?


L'aspido sordo è un animale immaginario, in particolare una specie di serpente che, a seconda delle descrizioni, può variare d'aspetto e pertanto di difficile rappresentazione.
La scelta di utilizzare questo animale come simbolo della nostra compagnia deriva dalla constatazione che, in Trentino, l'Aspido sordo è presente unicamente in vecchie storie del perginese.

Di questo animale vi è traccia anche in altri luoghi d'Italia, come nell'Appennino e in antichi documenti come nei Canti Carnascialeschi di Niccolò Machiavelli, dove si può leggere:

"L’aspido sordo è un tristo animale,
che dinanzi e di retro ognuno assale;
ma quando e’ vien dinanzi, e’ fa men male,
ancor che facci assai maggior paura."


Tratto da: "De' Ciurmadori" - Istorie Fiorentine 1520/1526


L'Aspido sordo fa capolino anche nella musica antica, come nel madrigale L'aspido sordo di Donato da Firenze.


toria



Nel 1289 i Conti di Tirolo occuparono militarmente il Perginese e furono rappresentati dai loro capitani fino al 1340, quando Pergine passò al Principato Vescovile di Trento.

Il luglio 1338 papa Benedetto XII nominò vescovo di Trento Nicolò da Brno, l'allora cancelliere di Boemia.
Nicolò era legato a Carlo di Lussemburgo (poi Carlo IV), figlio del re di Boemia Giovanni e rimase vescovo fino alla sua fuga nel 1347 quando


Ludovico di Brandeburgo duca di Baviera, margravio di Brandeburgo e conte del Tirolo, inviò Corrado duca di Teck a governare la regione.

Papa Clemente VI, il 12 dicembre 1347, nominò nuovo Vescovo di Trento il francese Gerardo da Manhac con l'intento di opporsi ai Bavaresi.
Il vescovo non raggiunse mai la nuova diocesi e nemmeno il nuovo capitano Nicolò Alreim da Brno, nipote di Nicolò, svolse alcun compito effettivo.

Il duca di Teck chiese al Capitolo della diocesi di conferire la tutela degli enti e delle istituzioni ecclesiastiche a Ludovico Duca di Baviera, ottenendone un rifiuto.
I componenti del suddetto Capitolo, allarmati da tale richiesta, cercarono di organizzare la difesa del Principato, alleandosi con i Belenzani, gli Arco e i de Gardellis.


Chiesero anche aiuto ai Carraresi, Signori di Padova, i quali inviarono le loro truppe sul finire del 1348.

La difesa di Trento fu affidata a Giovanni Dionigi de Gardellis e suo nipote Bonaventura diventò capitano del castello di Pergine..

Nel giorno del capodanno del 1349 Giovanni si lasciò però corrompere dal duca di Teck e gli cedette la città e il castello. In questo modo Corrado di Teck entrò a Trento.
I successori del vescovo Gerardo da Manhac, Giovanni da Pistoia e Mainardo di Neuhaus, scelti dai papi ed espressione dei lussemburghesi, non poterono prendere possesso della loro sede di Trento.

Giovanni de Gardellis, sicuro di convincere il nipote a passare dalla parte dei Tirolesi, si recò a Pergine con uomini armati.
Purtroppo Bonaventura era di altro avviso, lasciò avvicinare lo zio fino al portone e lo trapassò con la spada.
Poi, consapevole di non poter affrontare da solo le ritorsioni dei Tirolesi, chiese a Giacomo da Carrara di occupare il castello.
Il signore di Padova inviò i suoi soldati e occupò oltre al castello di Pergine anche quelli di Levico, di Selva e di Roccabruna (sopra l’attuale frazione di Madrano).
Venne nominato come capitano del castello di Pergine Giovanni de Fugacia.

Nel 1352 il Duca di Teck venne assassinato a Monaco di Baviera e nel 1354 il suo posto fu preso dal pievano di Tirolo, Heinrich von Pophingen.
In tutto l’occupazione da parte dei carraresi durò attorno ai 7 anni, fino al 1356. In questo periodo i da Carrara comandarono in Alta Valsugana controllando e facendo proprie le remunerative ricerche minerarie promosse da una compagnia boema nonché le attività di fusione dell’argento a Pergine.
Quando Ludovico V si accorse che il nuovo signore di Padova, Francesco, non era in grado di difendere i tre castelli, inviò un esercito per espugnarli.
Affidò il comando al von Pophingen, capitano dei Tirolesi a Trento, il quale si stabilì nella piana del Cirè e strinse d'assedio quello di Pergine, mentre Siccone di Caldonazzo bloccava i rinforzi dei carraresi a Levico.
Pur di avere l’appoggio degli abitanti del borgo, Enrico giunse ad un accordo.

Dalla pergamena, originale 6; XIII, 2

1356 maggio 31, "in campanea Perzini, supra dossum de Route, prope flumen Ferssine"

Il d. Enrico [da Bopfingen, parroco di Tirolo], capitano generale di tutto il distretto di Trento per il d. Ludovico, marchese di Brandeburgo e conte del Tirolo, stipula con Nicola "Sartor" detto "Zifarolo", sindaco della comunità di Pergine, una convenzione in base alla quale, per riconoscenza alla lealtà dimostrata dalla suddetta comunità e in cambio della promessa di eterna fedeltà dalla stessa prestata nella presente occasione, il suddetto Enrico esenta per i 10 anni successivi la comunità di Pergine da ogni tributo, dovuto sia al marchese di Brandeburgo, sia all'episcopato di Trento e ne conferma le antiche consuetudini.

Notaio: Marco del fu "Merchelinus" da Merano, abitante a Vigalzano.

Ma il castello resse ancora a lungo e, data la sua posizione su un dosso ripido e isolato, con i mezzi di cui si disponeva a quel tempo, l’unica possibilità di espugnarlo era di prenderlo per fame o per tradimento. Il capitano generale e vicario del Brandeburghese rimase accampato davanti al castello fino all’autunno sperando di costringerlo alla resa per fame, dato che non poteva né scalarlo né assalirlo.
Poiché a Francesco da Carrara non era possibile venire in aiuto del castello di Pergine e del suo presidio, fu certamente la mancanza di cibo a spingere gli assediati alla resa.

Solo dopo il 9 ottobre 1358, in seguito alla pace sottoscritta fra Ludovico marchese di Brandeburgo e Francesco da Carrara, la fortificazione fu consegnata ai Tirolesi con tutto il territorio e i castelli occupati nel 1349.
Secondo tale trattato di pace, il capitano di Pergine, Francesco Fugacia, doveva consegnare il castello con tutte le fortificazioni al margravio o al suo vicario, a condizione che il presidio, vale a dire tutti quelli che in guerra erano stati e ancora stavano dalla parte del Carrara, che abitassero nel castello o al di fuori di esso, sarebbero stati lasciati partire indisturbati, sotto scorta di uomini del Brandeburghese, per un posto sicuro appartenente al Carrara e avrebbero potuto portare con sé tutte le loro armi e tutti i loro averi che si trovassero nel castello o anche fuori del castello nel territorio di Pergine, e avrebbero mantenuto tutto quello che possedevano prima della guerra, fosse mobile o immobile.
Tutto era di nuovo appianato, solo Redusius, figlio di Abriano, nipote di quel Martino, che nel 1277 aveva riavuto il castello dal vescovo Enrico, non poteva più avere la sua residenza a Pergine e dovette andare in esilio.


Bibliografia:
Ausserer Carl, Perzen-Pergine, Castello e Giurisdizione, Pergine (TN) 1995.
Piatti Salvatore, Pergine fra storia e cronaca, Pergine (TN) 2003.
Emanuele Curzel, Appunti sulle presenze tirolesi nel Capitolo di S. Vigilio fra XIII e XV secolo secolo
Emanuele Curzel, Il Capitolo della Cattedrale di Trento dal XII secolo al 1348
Regesti delle pergamene del Comune di Pergine Valsugana, conservate presso l’Archivio storico (1247 – 1781)
a cura di S. Franzoi e G. Campestrin



cuola di tiro




La scuola di tiro tradizionale "I quattro Arkàn", basandosi sulla visione del tiro indicata da ArcoUisp, propone una via diversa del tiro con l'arco rispetto ai corsi che solitamente si possono seguire.
In primo è una scuola, cioè con un inizio ma, se la tenacia lo acconsente, senza fine.

Non si tratta di arcieria storica come è intesa oggi, ma un insieme di cose talmente antiche da apparire nuove e che con il tempo, porteranno l'arciere dal "tirare con l'arco" al "tirare d'arco".

Lo sport del tiro con l'arco è tale solamente da un paio di secoli, cioè da quando il colpire un bersaglio non è più stato un problema di vita o di morte sia per l'arciere che per i propri simili in guerra o per la selvaggina durante la caccia.

Questa trasformazione da arte a sport, ha comportato lo spostamento dell'attenzione dal soggetto (l'arciere e il suo miglioramento) all'oggetto (l'arco, frecce ecc) facendo perdere di fatto la motivazione di colpire a distanza, con:

Precisione:

Velocità:

Mobilità:

Potenza:
L'abilità di colpire il bersaglio.

La precisione abbinata alla velocità di tiro.

Il riuscire a colpire il bersaglio muovendosi.

La capacità di gestire archi di alto libbraggio.

i quattro Arkàn appunto.



La nostra scuola persegue tre scopi principali e cioè:



Studio e rivalutazione dei quattro pilastri del tiro nominati sopra.

Incrementare lo sviluppo dell'arciere rispetto a quello dell'attrezzatura.

Privilegiare l'aspetto della formazione (la via) rispetto a quello del risultato a tutti i costi.
Via che comprende anche lo studio della storia dell'arcieria, la costruzione dell'arco, delle frecce e delle corde.





Chi ha la curiosità, la voglia e la pazienza di intraprendere questo cammino con noi può contattateci via Facebook, o via email

ontatti




Dove potete trovarci:





Presso il nostro campo, a Canezza dopo il campo di calcio.
Normalmente il sabato pomeriggio dalle 15 in poi, dalle 17 l'estate.
(46.080201, 11.280018)






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Noi saremo:

A Dove Il
Campo di Canezza Incontri con gli studenti M.Curie Prima metà maggio
Pergine Valsugana Disfida dell'Aspido a Castel Pergine 22 maggio 2022
Pergine Valsugana Feste medievali 29-30-31 luglio 2022
Baita Van Spitz Frassilongo "Medieval Spitz" campo medievale in alta quota 28 agosto 2022
Baita Van Spitz Frassilongo Seconda amichevole Spitziale 11 settembre 2022
Ultimo aggiornamento 07/06/2022